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Filoli: giardini eclettici e sgargianti che raccontano un pezzo di storia americana

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06 Giu Filoli: giardini eclettici e sgargianti che raccontano un pezzo di storia americana

I Filoli Gardens sono di sicuro i più americani di tutti i giardini che ho visitato finora negli States, ma devo confessare che sono arrivata a questa conclusione solo dopo essermi addentrata nella loro storia e averne capita quindi l’impostazione: l’impatto visivo iniziale mi aveva fatto propendere per una valutazione ben più semplicistica. In effetti, questi enormi giardini non sono “il tripudio un po’ kitsch dell’abbondanza e del mix-and-match”, ma l’espressione del vero spirito americano, quello che più di 150 anni fa, aveva animato migliaia di 49ers durante la mitica Gold Rush, o che dopo il terribile terremoto di San Francisco del 1906 ne aveva guidato la gloriosa rinascita.

Eh sì: i Filoli Gardens con la loro immensa estensione in cui c’è qualsiasi cosa si possa immaginare all’interno di un giardino, sono proprio l’eredità di quel pezzo di storia americana.

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Furono infatti Mr. e Mrs. Bourn, proprietari della miniera d’oro “Gold Mine”, della “Spring Valley Water Company”, nonché del bacino idrico di Crystal Springs, ad acquistare nel 1915 l’enorme proprietà di 265 ettari e a stabilirvisi nel 1917, anno in cui affidarono a Bruce Porter, artista e landscape designer, il progetto per l’immenso giardino formale (la cui costruzione terminò 12 anni dopo).

Porter immaginò per loro un giardino ispirato all’Eden, fertile, abbondante di risorse e autosufficiente e fu aiutato dalla socialite di San Francisco Isabella Worn nella scelta della vegetazione che comprendeva rose, camelie, rododendri, piante da frutta, ortaggi e una selezione di piante rare. Il risultato, a 60 anni dalla corsa all’oro che aveva ispirato la migrazione in California e determinato la fortuna di Mr. Bourn, ed a soli 10 anni dal devastante terremoto di San Francisco, fu quello di uno sgargiante giardino eclettico, simbolo duraturo di sacrifico, rinascita e ricchezza.

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Il nome stesso che Mr. Bourn diede alla proprietà – Filoli- è strettamente legato alla cultura americana: è infatti, la combinazione delle prime due lettere di ogni parola chiave del suo credo che era, ed è tuttora – sebbene recentemente indebolito da idee alternative -, uno dei fondamenti del pensiero a stelle e strisce “Fight for a just cause, Love your fellow man, Live a good life” (Combatti per una giusta causa, ama il prossimo, vivi una vita serena).

Dopo la morte dei Bourn nel 1936, la proprietà passò ad un’altra ricchissima famiglia californiana – i Roth – che fortunatamente portarono avanti la visione dei Bourn, ottenendo addirittura il riconoscimento del Garden Club of America, e poi altre approvazioni di livello internazionale. Mrs. Roth visse nella proprietà fino al 1975 quando la donò al National Trust for Historic Preservation, che ne è tuttora proprietario.

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Oggi, l’operosità dell’esercito di volontari che ogni giorno accoglie i visitatori, la cura con cui ogni angolo è tenuto e le tantissime iniziative che vengono promosse per tenere viva la proprietà, sono la testimonianza che l’eredità di Filoli non è affatto andata perduta: lo spirito dei Bourn e dei Roth aleggia – soddisfatto – ovunque.

 

Dal 2015 al 2017 Filoli celebra il suo centenario con eventi straordinari, mostre e altre iniziative, dedicando ogni anno ad uno degli elementi che costituiscono la proprietà.

Il 2015 è stato l’anno dell’immensa superficie non coltivata che circonda l’edificio ed i giardini: essendo protetta, l’area è molto importante per le rotte migratorie degli uccelli, ed è rifugio per daini, procioni, e numerose altre specie animali. Recentemente sono stati avvistati anche puma e linci, quasi scomparsi dopo anni di caccia.

Il 2016 è invece l’anno dedicato alla casa e alle sue collezioni d’arte, mentre il 2017 sarà l’anno dedicato ai giardini. Quale migliore occasione, dunque, per visitare questo luogo che solitamente non compare negli itinerari turistici che portano in California? Filoli è l’opportunità di farsi raccontare la storia in modo diverso, immersi in un tripudio di colori, e di vedere uno degli ultimi esempi dell’eclettismo della Golden Age californiana, libero dalle regole convenzionali del design ed espressione orgogliosa di creatività.

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Project: Bruce Porter, artist and landscape designer (1865 – 1953)

Location: Woodside, CA

Year: 1917 – 1929

Photos: Federica Cornalba

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