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Le meraviglie degli Huntington Botanical Gardens di Pasadena

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24 Set Le meraviglie degli Huntington Botanical Gardens di Pasadena

12 giardini per un’estensione di 500.000 metri quadrati: sono dimensioni che spaventano, soprattutto quando il caldo è quasi insopportabile e per la visita si ha a disposizione una sola giornata. Eppure, nonostante l’ansia da prestazione, la fatica di quegli undici chilometri percorsi con 17.025 passi e dieci chili di attrezzatura fotografica sulle spalle, il tempo trascorso agli Huntington Botanical Gardens è passato senza che neppure me ne accorgessi. Creati tra il 1903 e il 1919, questi giardini spettacolari nascono dagli umili campi di erba medica del ranch San Marino, acquistato da Henry Huntington, fondatore di un vero e proprio impero finanziario nonché coltissimo collezionista di libri e opere d’arte.

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L’ingresso ai giardini è straordinariamente americano: grandioso, ma nello stesso tempo amichevole e molto accogliente. Si attraversa una serie di stanze a cielo aperto che accolgono i visitatori. La vegetazione è quella tipica del Mediterraneo, ma troviamo anche piante native della California come la quercia di Pasadena (Quercus engelmannii). Sapete perché? Perché la California costiera è una delle cinque aree del mondo a clima mediterraneo, insieme a parte del Cile e alle coste sud occidentali di Australia e Sud Africa. Tantissime api e farfalle sfrecciano tra lavande, papaveri californiani (Eschscholzia californica), mirti (Mirtus communis “Compacta”) e santoline (Santolina neapolitana “Lemon Queen”) che ci accompagnano verso la fontana che allunga la prospettiva verso il giardino botanico.

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Da qui comincia il vero e proprio percorso attraverso i giardini tematici: il primo che si incontra è il Palm Garden, dove più di 200 specie diverse sono state selezionate e messe a dimora a partire dal 1906. Il primo esemplare della collezione fu una maestosa Phoenix canariensis sopravvissuta alla distruzione della proprietà dello zio di Henry in seguito al terremoto di San Francisco, e che ancora oggi porta i segni di quel tragico evento testimoniandone la forza devastatrice. Insieme ad altri esemplari sopravvissuti ai gelidi inverni del 1913 e del 1922, questa palma protegge quelle più piccole creando un microclima favorevole alla loro conservazione. Splendido è il parterre ondulato di Muehlenbeckia complexa, dal quale emergono i tronchi delle palme in un suggestivo alternarsi di luci e ombre.

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Da questo ambiente lussureggiante si passa al Desert garden che è uno dei più grandi del mondo e ospita due dozzine di famiglie di succulente e altre piante da clima arido, per un totale di oltre 2.000 specie diverse. L’impatto è spettacolare: tra più di 500 “diversamente morbidi” Echinocactus grusonii (il più vecchio ha circa 85 anni) svettano agavi, euphorbie, aloe, yucca e alcuni esemplari di Fouqueria columnaris provenienti dalla Baja California e meno conosciuti del più comune ocotillo (Fouqueria splendens).

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Si attraversano poi lo stagno delle ninfee, i giardini australiano, subtropicale e tropicale, il Rose garden e il parterre delle aromatiche per arrivare al bellissimo Chinese garden che è il più grande giardino cinese al di fuori dei confini nazionali (c’è anche il Japanese garden, ma di giardini giapponesi in California ve ne ho già parlato. Ricordate?). Si chiama Liu Fang Yuan chinese garden, che significa “giardino dei profumi fluttuanti” ed è stato costruito da architetti e artigiani provenienti da Suzhou che hanno lavorato insieme a maestranze californiane, realizzando così l’ambizione di Mr. Huntington di coniugare botanica, arte e dedizione agli studi. È un giardino che si rivela pian piano, mostrando scene diverse man mano che si procede sui sentieri: è come un dipinto da srotolare, in cui fiori, profumi e simboli creano armonia e bellezza per la delizia degli occhi e dello spirito.

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È stato difficile lasciare questo giardino per proseguire la visita – lo ammetto – ma scoprire il Children’s garden ha reso tutto un po’ più semplice. È la parte più recente ed è dedicata ai bambini: ci sono sculture interattive, rumori e profumi che invitano a scoprire le meraviglie della natura attraverso esperienze multisensoriali. Inutile dire che mi sono lasciata coinvolgere in men che non si dica e sono tornata bambina, affascinata dall’acqua che vibra e dalle casette fatte di piante. Del resto, questo giardino è stato letteralmente pensato dai bambini: Jim Folsom – direttore dei giardini botanici – e la moglie hanno, infatti, viaggiato per tutti gli Stati Uniti con i figli, chiedendo loro cosa piaceva e cosa no dei Children’s garden che andavano visitando. Poi, con lo scultore Ned Kahn e il paesaggista Todd Bennit hanno tradotto il loro punto di vista in una serie di giochi davvero coinvolgenti.

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E come sempre, avrei voluto potermi fermare qualche ora in più, almeno per seguire uno dei tanti incontri o per cenare nel bellissimo ristorante affacciato sul laghetto del giardino cinese, ma il tempo è tiranno…e mi costringe a tornarci un’altra volta (che sofferenza…)!

Info

Per saperne di più, vi invito a visitare il sito del centro culturale, dove ci sono descrizioni molto dettagliate dei dodici giardini, una guida alle fioriture stagionali, il catalogo delle prestigiose collezioni d’arte e tante altre informazioni che vi faranno venir voglia di un viaggetto negli States.

http://www.huntington.org

 

Garden: The Huntington Botanical Gardens

Location: Pasadena, CA, USA

Year: 1903

Photos: Federica Cornalb

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