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“George & Judy Marcus” children garden e “Barbro Osher” sculpture garden: gli spazi outdoor del De Young Museum of Fine Arts, San Francisco

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18 Apr “George & Judy Marcus” children garden e “Barbro Osher” sculpture garden: gli spazi outdoor del De Young Museum of Fine Arts, San Francisco

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Dieci anni sono un traguardo importante: è un’età di passaggio in cui ci si affaccia al mondo e si comincia ad affrontarlo da soli. Sicuramente patiscono di più i genitori, preoccupati per gli insuccessi e le difficoltà che le loro creature possono incontrare lungo la strada, ma sicuri anche di aver dato l’imprinting migliore perché le possano superare brillantemente.

Ecco: io mi immagino proprio una situazione simile, pensando a Walter J. Hood e alla sua splendida creatura green che completa l’impalpabile museo de Young di San Francisco. E sono sicura che lui si stia compiacendo, perché vede che l’imprinting era davvero quello giusto!

Dal canto mio, che negli ultimi due anni ho visitato questi giardini ben tre volte, posso confermare che hanno tutti i numeri per diventare – in realtà lo sono già – meravigliosi spazi di interazione con quel che li circonda e li abita, instaurando rapporti che vanno ben oltre la sola dimensione spaziale. Il tempo, per esempio, è evocato dall’atmosfera primordiale delle prepotenti felci che frantumano l’arenaria per raggiungere la luce del sole, trasformandosi subito dopo in morbidi piumini che strizzano l’occhio ai giochi di luci e ombre della chioma di rame che riveste il museo.

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Contemporaneamente, nel giardino per i bambini intitolato a George e Judy Marcus, la dimensione del gioco è palpabile e davvero divertente: silenzio totale per una manciata di minuti, poi…ecco che sbuffa una grande nuvola di vapore, e immediatamente si materializzano creaturine in sneakers e felponi che corrono svelte per tuffarcisi dentro. Si divertono davvero, quei bambini – che sono già fortunati perché hanno dei genitori che li portano al MUSEO – !

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Per dirla tutta, i bambini – che secondo me sono i critici più spietati – nei giardini del museo de Young si divertono comunque, anche quando il getto di vapore dorme in attesa della prossima uscita a sorpresa!

Sarà perché l’esperienza del museo li ha entusiasmati – i laboratori didattici per bambini sono sempre incredibili – o perché l’arte ha il potere di portare gioia e bellezza ovunque, ma resta il fatto che in questi giardini si respira benessere.

L’arte è ovunque, è il museo stesso, dentro e fuori. Il Giardino delle sculture Barbro Osher comunica con l’arte e la offre ai suoi visitatori che la possono vedere, toccare e addirittura vivere – dal viaggio nell’opera di James Turrel “Three gems”, ad un appagante brunch al de Young Café di fronte alle mele di Gustav Kraitz, e alla gigante spilla da balia di Claes Oldenburg.

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Alla fine, penso che sia proprio questa la carta vincente della creatura di Walter J. Hood: la sintonia. Che si tratti di arte, bambini, tempo o spazio, questi giardini riescono a coinvolgere. E lo fanno nel modo più naturale possibile, mettendo tutto e tutti completamente a proprio agio, incastrandosi alla perfezione nelle pieghe del museo mentre si specchiano nelle sue essenziali vetrate nere, e facendo da palcoscenico per piacevoli momenti di serenità.

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Quindi: Happy Birthday to you, bellissimi giardini del museo de Young, e chapeau al vostro creatore. Tornerò sicuramente a visitarvi nei prossimi anni, e sono certa che troverò ancora la stessa atmosfera, anche perché, in tutta sincerità, gli Americani sanno davvero come rendere vivi i loro spazi e goderseli per una qualità di vita migliore!

 

Project: Hood Design | Oakland, CA

Location: de Young Museum | Golden Gate Park | San Francisco, CA

Year: 2006

Photos: Federica Cornalba

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