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“Tre giorni per il giardino” edizione 2016: il trionfo della semplicità

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02 Mag “Tre giorni per il giardino” edizione 2016: il trionfo della semplicità

Quest’anno al Castello di Masino è andata in scena la favola di Cenerentola: meravigliose peonie e rose opulente hanno dovuto condividere lo scettro della bellezza con gli ospiti più umili. Eh sì, perché l’esercito degli ortaggi e dei fiori di campo questa volta si è presentato con la sua livrea migliore, e la competizione è balzata subito a livelli altissimi.

Non che le regine del giardino abbiano perso il loro fascino ma, secondo me, i riflettori questa volta erano tutti per i gambi rossi del rabarbaro o le forme delicate dei piselli odorosi (Lathyrus odoratus): la mia, naturalmente, è solo una visione diversa del giardino, dove la convivenza di “miseria e nobiltà” non fa altro che aggiungere bellezza, un po’ come succede quando si accostano i colori complementari e se ne accentua così la reciproca vivacità.

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Anche perché, spesso, la modestia è solo apparente: i sedum (erbacee xerofite succulente) per esempio, sotto all’aspetto spartano e poco appariscente, nascondono in realtà delle qualità insospettabili. Vegetano in condizioni difficili, sono tenaci, resistenti e riescono comunque a regalare le loro fioriture anche se trascurati. Ne sa qualcosa Claudio Bonetto che, caparbio come i sedum che lui stesso coltiva e riproduce, come ogni anno ha presentato la sua vastissima collezione, accompagnandola con un volume di recente pubblicazione in cui ha descritto tutte le caratteristiche e le qualità di queste “piantine falsamente modeste”.

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Se dobbiamo dire la verità, quest’anno i sedum di Claudio sono stati la vera Cenerentola di “Tre giorni per il giardino”: grazie alla fantasia di Betti Calani, bravissima creatrice floreale, hanno abbandonato la loro consueta sobrietà e si sono trasformati in preziose decorazioni per un abito magico (a dimostrazione della benefica convivenza tra “miseria e nobiltà!).

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Non meno affascinanti sono anche le graminacee. Come i sedum, non possono certo essere definite piante blasonate, ma hanno carattere – oltre ad essere dotate di grande rusticità. A parer mio sono eccezionalmente belle perché possono essere disordinate o estremamente rigorose, eteree o prepotentemente concrete, e offrono un’infinita varietà di colori e tessiture (attualmente il miglior vivaio dove trovarle, e dove ricevere tutte le informazioni necessarie per conoscerle, è Phytorend di Imperia).

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A Masino c’era anche la collezione di viburni – arbusti dal fascino discreto – dei miei amici Liviana e Giuseppe (Floricoltura Nifantani): in questo caso, conoscendo molto bene il vivaio, devo dire che le loro straordinarie qualità non sono frutto solo della capacità di essere belli in ogni stagione (con fiori, bacche e strepitosi colori autunnali), ma soprattutto della passione e dell’esperienza con cui vengono allevati.

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E fin qui abbiamo parlato di Cenerentole esclusivamente decorative (almeno dal punto di vista umano: per tanti uccellini i viburni sono tutt’altro che decorativi!). A Masino, però, tra le Cenerentole del giardino c’erano anche alberi da frutto, ortaggi, e le piante commestibili del vivaio Res Naturae di Lecco, di cui venivano illustrate proprietà e utilizzi in cucina. Mi sono immaginata queste piantine insolite nei vasi di qualche piccolo balcone di città, in una casa dove magari c’è un bambino: sono davvero così umili, o in realtà sono potentissime?

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Io penso di conoscere la risposta, e questo mi spinge ancor di più a pensare che la bellezza di un giardino, non importa se smisurato o minuscolo, si data dall’armonia tra semplicità e ricercatezza (che spesso sono parte di un unico elemento…come nelle creazioni di Ceramiche Poli, che io letteralmente ADORO!).

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A Masino ci si rivede ad ottobre, con le calde atmosfere dell’appuntamento autunnale.

Event: Tre giorni per il giardino | 29 aprile – 1 maggio

Location: Castello di Masino | Caravino | ITALY

Year: 2016

Photos: Federica Cornalba

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